sabato 19 gennaio 2013

Nella mitologia norrena, l’orco è un mostro antropomorfo, con connotazioni bestiali e demoniache, crudele e divoratore di carne umana.
Si tratta di creature di forma umanoide, appartenenti ad una progenie elfica corrotta nella mente e nel corpo che, a causa delle sofferenze subìte, sono diventate creature malvagie, robuste e forti, dalla statura che raramente supera il metro e mezzo, e che vivono di notte, in quanto sono particolarmente sensibili alla luce del sole.
Gli Orchi sono creature grottesche e deformi, dalla pelle verde scuro fino al rosa chiaro e dalle braccia particolarmente lunghe. Il volto è schiacciato, la bocca ampia dotata di zanne, e gli occhi rossi sono particolarmente adatti a vedere al buio, dato che trascorrono gran parte della loro vita in caverne e gallerie: odiano infatti e mal sopportano la luce del sole, la quale “rende molli le loro gambe e fa girar loro la testa.“
Intimamente crudeli, cannibali all’occorrenza ed antropofagi, sono tuttavia molto ingegnosi e valenti sia nelle opere minerarie che nella lavorazione dei metalli, in particolar modo quando si tratta di produrre armi e strumenti di tortura.
Sono estremamente belligeranti e non perdono occasione per scatenarsi in furibonde battaglie senza fine.
L’organizzazione gerarchica è abbastanza primitiva: gli uomini combattono, e i più bravi si accoppiano con le femmine (segregate in zone precise), che poi allevano i piccoli tutte insieme.
Da questo riferimento ha tratto spunto Tolkien per rappresentare la più celebre razza di Orchi della letteratura fantasy, quelli della “Terra di Mezzo”
 
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