giovedì 21 gennaio 2010



I nani raccontano spesso che gli elfi non gli stanno simpatici e Orik era partito con questa convinzione anche se non ne aveva mai visto uno in vita sua. Orik si svegliò un paio d'ore dopo con una fame tremenda e così prese la sua ascia e andò nella foresta lontano dalle abitazioni dove c' erano animali selvatici da cacciare. Doveva stare attento a non farsi vedere da nessun elfo perchè agli elfi non piaceva che gli animali venissero uccisi per il solo scopo di sfamarsi e per questo erano vegetariani. A Orik piaceva molto cacciare con la sua ascia anche se era molto rischioso attaccare un animale feroce da vicino. Orik avvistò un cinghiale e gli si avvicinò con cautela, attento a non fare rumore. Il cinghiale pero' sentì qualcosa e scappò via impaurito. Il problema era che il rumore non proveniva da Orik ma da qualcuno che si trovava dietro un cespuglio davanti a lui. All'improvviso la creatura che si trovava dietro il cespuglio uscì allo scoperto e con lei anche il resto del branco tutt'intorno a Orik. Era un branco di Monbek, delle creature molto pelose, con un muso sporgente con denti aguzzi e la bava che gli cola lungo il mento. Non sono delle creature molto aggressive ma lo diventano quando hanno fame e potrebbero perfino mangiarsi tra di loro. Orik non le aveva mai viste e preso dal panico cominciò ad agitare l'ascia verso di loro, ma le creature continuavano ad avvicinarsi con un movimento lento e costante.

Quando una di loro fu abbastanza vicina afferrò l'ascia di Orik e la lanciò facendola conficcare in un albero. Uno di loro cercò di afferrarlo ma Orik riuscì, sfruttando l'altezza di un nano e la sua agilità, a schivarsi ma subito dopo un'altro lo afferrò per il collo e lo alzò lasciandolo con i piedi a un metro d'altezza. All'improvviso, per un momento, Orik vide con la coda dell'occhio un'ombra che si spostava da un albero a un altro dietro ai Monbek che ormai stavano lottando per il suo possesso. La figura si staccò dall'ombra degli alberi e si avventò sul Monbek che teneva Orik con una spada di cui Orik riuscì a cogliere solo il riflesso della luce. Orik cadde a terra ma si rialzò, schivò i Monbek che si avventavano su di lui e corse a prendere la sua ascia. Quando si girò, pronto a colpire il primo Monbek che gli si parasse davanti, vide che tutti i Monbek erano scappati e che al centro della radura in cui si trovavano c'era la persona che lo aveva salvato, un'elfa.
Era alta, aveva i capelli verdi ed era ricoperta da un armatura lucente. Aveva ancora in mano la spada che gocciolava di sangue ma aveva anche uno scudo e un arco dietro la schiena. Orik le si avvicinò e la ringraziò, sentiva ancora il respiro affannoso dell'elfa ma nonostante ciò iniziò a presentarsi e a chiederli cosa stesse facendo nella terra degli elfi e così Orik le raccontò del suo sogno e scoprì che l'elfa era un Cavaliere di Draghi. L'elfa gli disse che lo avrebbe accompagnato con il suo drago al campo di addestramento per cavalieri. Orik vide lo sguardo dell'elfa perdersi nel nulla ed ebbe la sensazione che stesse parlando mentalmente con qualcun' altro. Ad un tratto vide una macchia nel cielo che si ingrandiva sempre di più fino a mutarsi in un drago dalle squame verdi con dei riflessi bluastri. Quando il drago atterrò Orik fece tre passi in dietro per la grande forza provocata dalle ali del drago. L'elfa montò su con un solo balzo e aiutò Orik a salirci. Quando decollarono provò una grande paura per l'altezza ma stare sul dorso di un drago lo entusiasmava molto e quindi era felice.

(da Orik - Riccardo Belli ed Eric Colombin)

sabato 9 gennaio 2010

augurio per il 2010


Un nuovo anno da affrontare, con tante sfide nuove e scogli da superare...
ma con la voglia di trovare sempre quel pizzico di fantasia e la vena magica che ci renda capaci di volare in un'altra dimensione.
Tanti Auguri e che
i nostri desideri si realizzino tutti
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