sabato 25 dicembre 2010

Vi auguro un Natale da favola,
da vivere con l'animo di un bambino che sà ancora sognare,
rivestitevi di fanciullesca magia,
e sorridete di cuore e di gioia come solo i bambini sanno fare,
e vedrete il mondo sotto una nuova luce,
siate felici e positivi, e ogni cosa vi apparirà più bella,
vedrete riflettere la vostra gioia nel mondo che vi circonda,
ogni cosa rimanderà indietro di riflesso la vostra felicità......


martedì 21 dicembre 2010




Yule è una festività solare e cade nel primo giorno d'inverno, molto piu' conosciuta come la notte del Solstizio Invernale.
Questo periodo, caratterizzato dalle feste dedicate al dio sole, veniva già festeggiato dagli antichi Egizi e nell'antica Roma, con i Saturnali, feste queste ultime che videro l'introduzione nelle celebrazioni di candele, canti ed orge.
La celebrazione del solstizio d'inverno si diffuse rapidamente in tutta Europa e nacque così nelle campagne la festività di Yule, legata alla celebrazione del sole e della madre terra che si prepara, riscaldata dai primi raggi, alla futura semina.
Tra i vari temi legati a Yule il principale è quello della battaglia tra il vecchio Re dell'Agrifoglio, simbolo di oscurità e di vecchiaia, e il giovane Re della Quercia che simboleggia la luce del nuovo anno.
Il vecchio sovrano viene simbolicamente ucciso e il giovane Re prende il suo posto sul trono per governare.
Con il rito del ceppo di Yule si perpetua ogni anno, oltre alla tradizione di stringersi tutti attorno al fuoco, anche questa antica e ripetuta battaglia.
Da tutto questo e dalle pratiche che seguono, è facile arrivare alla conclusione ed alla comprensione del perchè la chiesa cristiana avesse scelto questo periodo per festeggiare la natività del Cristo (nato in realtà dopo la primavera) e perchè avesse fatto sue anche queste celebrazioni inglobandole gran parte nei suoi festeggiamenti.
Troppo radicata era la festa del solstizio invernale, troppo sentiti i festeggiamenti e le antiche tradizioni legati alla rinascita del dio sole e al risveglio della terra da parte dei popoli, per non sovrapporsi ad esse, con la speranza di sradicarle dalla mente delle genti.
Il Cristo viene comunque associato al Sole c
ome simbolo di luce vivificante e quindi entrambe le festività possono fondersi tranquillamente tra loro senza contrasti; chi conosce la Magia Bianca lo sa.
I festeggiamenti del Solstizio si protraggono quindi per tutto il periodo Natalizio (Sol Invictis), con il quale, come abbiamo detto, coincidono; ed è in questa notte che molte streghe si tramandano per tradizione i segreti dell'Arte.

Il Solstizio d'Inverno è il passaggio dalle Tenebre alla Luce, è da questo giorno che il sole resta progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre giornate. Questa è una festa di luce, dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore.

da Tra magia e mistero

giovedì 16 dicembre 2010

Esistono luoghi avvolti da un misterioso alone di magia, non visibili al normale sguardo dell'uomo... celati tra le acque trasparenti di fonti e di sorgenti, o tra il vento impetuoso e sottile che fruga tra le foglie dei boschi... dissimulati con la linea dell'orizzonte o mascherati sotto i nostri piedi... tra le fronde di un maestoso... albero, o tra l'acqua cristallina di una piccola cascata montana... spazi dove le cose invisibili si svelano all'improvviso, dove il tempo è infinitamente possibile, dove non esistono limiti alla meraviglia e allo stupore.
Universi che esistono al di là dei nostri normali sensi, oltre il tutto... sono i luoghi dell'incanto e dell'ispirazione, i mondi fantastici dove ancora vivono gnomi, folletti e fate... mondi paralleli senza nome, chiamati semplicemente Mondi di Mezzo.
I regni fatati difficilmente appaiono, ma soprattutto sono in pochi coloro che hanno il privilegio di vedere gli esseri che li animano.

da Il giardino delle fate

mercoledì 27 ottobre 2010

Gli elfi sono la razza più longeva dei mondi conosciuti. Spesso vivono più degli alberi più vecchi e abbandonano le terre note agli uomini prima del compimento del seicentesimo anno d'età. Sono noti casi di elfi rimasti fino a 750 anni, ma ben pochi si sono trattenuti oltre. Il richiamo dell'ignoto li attira a sé ed essi lasciano il mondo nelle mani dei loro degni successori.
Gli elfi vivono tanto da assistere ai cambiamenti continui del mondo e da veder ridotte in polvere le cose che gli uomini credono eterne. Una generazione di elfi può osservare l'ascesa e il declino di potenti imperi umani, la nascita e la morte di una foresta, la graduale erosione di una montagna. Durante la loro vita mortale il mondo può decisamente cambiare aspetto. Questo fornisce agli elfi una scala di valori del tutto diversa da quella degli uomini.


Gli elfi non sono soggetti all'invecchiamento naturale: una volta raggiunta l'età adulta, il loro aspetto non muta più o viene solo lentamente alterato. C'è ben poca differenza tra un elfo di cent'anni ed uno di quattrocento; l'unico modo per accorgersi del loro invecchiamento consiste nel notarne il diverso grado di esuberanza, spontaneità ed entusiasmo. Solo dopo aver raggiunto un'età davvero veneranda gli elfi cominciano a mostrare i segni della vecchiaia, ma sembrano sempre più giovani di un qualsiasi umano adulto.

Quando un elfo è anziano, difficilmente si impegna in ardue imprese e preferisce riflettere bene prima di farlo. I giovani, invece, non sanno cosa sia la pazienza e sono in continuo movimento perché vogliono vivere intensamente, senza rendersi conto che avranno secoli a disposizione.
Gli elfi attraversano varie fasi di vita: infanzia, adolescenza, maturità, mezz'età, vecchiaia ed età venerabile. Quando sono stanchi del mondo, il che avviene solitamente dopo i seicento anni, vanno in un luogo chiamato Arvanaith.



Infanzia
Gli elfi restano bambini all'incirca fino ai 45 o 75 anni, in base alla loro sottorazza. 

Durante questo periodo crescono lentamente, raggiungendo al massimo 120 cm di statura, e imparano cosa vuol dire essere un elfo. Apprendono i rudimenti nell'uso dell'arco e della spada, ma rimangono "bambini" fino all'adolescenza.



Adolescenza
In media quando raggiunge i 75 anni, l'elfo entra nell'adolescenza. Il sesso non fa differenza: per entrambi la maturità sopraggiunge all'incirca nello stesso periodo. In questa fase l'elfo inizia a crescere, fino ad avere una statura di 132,5 cm o più (di solito si ferma a 1,50 cm) ed un peso di circa 36-38 Kg.

Al termine dell'adolescenza si entra di diritto nella società degli adulti e si diventa responsabili delle proprie azioni. Durante questo periodo gli elfi più grandi insegnano ai più piccoli come mantenere la gioia di vivere negli anni futuri, senza soccombere alla noia paralizzante che spesso la maturità comporta.
Gli elfi che non sono preparati alla prospettiva di avere dei secoli davanti a sé possono non riuscire a gestire il peso di tutti quegli anni. In effetti, questi elfi (per non parlare degli altri esseri, se fossero altrettanto longevi), vedendosi costretti a vivere tanto, verosimilmente giungerebbero a tragiche conclusioni. L'esempio più comune è quello di un elfo cresciuto tra gli uomini, che non lascia scivolare via gli anni, come fanno gli elfi, ma cerca di vivere il più intensamente possibile, come gli hanno insegnato a fare gli uomini. Questi elfi non impareranno mai il vero valore del riposo e dell'allegria e spesso finiranno con l'impazzire o suicidarsi.


Maturità
Quando raggiungono i 110 anni, gli elfi si considerano in tutto e per tutto adulti. 


Sono liberi di fare le proprie scelte e di assumere il proprio ruolo e posto nella società, umana o elfica. Sono maturi per prendersi la responsabilità delle loro azioni, buone o cattive che siano. Possono godersi la vita, perché sono ormai cresciuti anche se sono ancora molto giovani. In questa fase, di solito, l'elfo comincia ad intraprendere le prime avventure. Svincolato dagli obblighi e dai doveri che la minore età comporta e libero di agire seguendo la propria volontà, talvolta preferisce allontanarsi per un po' dalla sua gente per soddisfare la propria curiosità, spingendosi oltre i confini conosciuti.
Solo in minima parte gli adulti si dedicano all'avventura: la maggior parte degli elfi, pur essendo curiosa di vedere quel che c'è nel mondo, è soddisfatta della gioia e della bellezza che può trovare a casa propria. Chi se ne va, armato di arco e di spada, è spinto sovente da esigenze particolari; non viene bandito dai suoi compagni per questo suo desiderio di avventura, ma talvolta sono proprio gli altri a rattristarsi del fatto di restare.


Mezz'età
Quando raggiunge i 175 anni, l'elfo calma i suoi ardori giovanili ma si ammala più facilmente. Ormai ha capito come va il mondo ed ha rafforzato il legame con la natura, e tale consapevolezza lo aiuta ad usare i suoi poteri, senza mai abusarne. A questa età molti si ritirano in luogo tranquillo, lontano dai pericoli delle avventure: aver dedicato più di 60 anni della propria vita a rincorrere fama e tesori è abbastanza. I chierici si stabiliscono presso una comunità, i maghi e gli stregoni continuano nelle loro ricerche, i guerrieri addestrano i giovani e i ladri fondano le proprie corporazioni.
Ci sono alcuni elfi che non smettono e continuano le loro avventure per tutta la vita, finché non vengono catturati o uccisi. Spesso si tratta di individui che devono compiere qualche ricerca epica o che sono spinti da un istinto interiore. Questi sono gli elfi di cui si parla nelle leggende, che non si ritirano mai dalle loro missione e agiscono sempre come se fossero costretti da un inarrestabile dovere morale, senza mai dar sfogo ai propri desideri. Sono individui stimati ed elogiati da tutti; persino i nemici nutrono per loro uno straordinario rispetto. Si sono creati gloria e fama nel corso dei secoli. Anche se non fossero dotati di grandi abilità, basterebbe la loro reputazione a scoraggiare gran parte degli avversari.

Vecchiaia
La "vecchiaia" inizia verso i 250 anni: pur non mostrando segni di invecchiamento, l'elfo sente il peso degli anni e rallenta le proprie attività, preferendo starsene più tranquillo. Invece di scorrazzare nella foresta come faceva da giovane, se ne sta sdraiato al sole, a comporre canzoni e poesie. Si è inserito nel ritmo del mondo e si è adattato ai suoi cicli naturali. Pochi elfi continuano a vivere avventure: il corpo e la mente hanno bisogno di una vita quieta e contemplativa. Eppure, nel fisico sono uguali a com'erano cent'anni prima e le loro abilità non hanno perso smalto. Sono solo un po' più calmi.

    Età venerabile
    A 350 anni e più l'elfo comincia a mostrare i primi segni del passare del tempo: le rughe iniziano a solcare il viso e la sua salute diventa più cagionevole, ma la sua saggezza e la sua cultura sono più vaste che mai. 

    Può compiere ancora attività fisiche, ma certo non più come prima. Nessuno si aspetta che lo faccia, del resto: ha il diritto di essere considerato anziano e gli altri si inchinano davanti alla sua sapienza ed alla sua esperienza. A differenza degli uomini, gli elfi molto vecchi non perdono vitalità, ma solo resistenza. La loro forza di volontà diventa incredibilmente ferrea; se è il caso, sanno anche imporsi di compiere grandi imprese. Di regola, preferiscono la vita tranquilla, standosene a suonare, a cantare e ad ascoltare gli altri che lo fanno. Non esistono elfi senili per natura.

    venerdì 1 ottobre 2010

    Per arrivare a Douglas, capitale dell'Isola di Man, è necessario attraversare un ponte che rimane sospeso sopra un burrone ricoperto di cespugli. Tutti sanno che lì vi abitano le Fate alle quali è consuetudine tributare gesti di saluto e piccoli graziosi omaggi.




    Si racconta a tale proposito la buffa storiella di un tale che rifiutandosi di prestare attenzione alle eteree dame della rupe, rimase fermo con la propria automobile dozzine di volte proprio su quelponte, finché cortesia e buon senso riuscirono a prevalere sull'ostinazione. 
    Esistono perfino testimonianze fotografiche sull' esistenza di queste leggiadre creature in libri di scrittori della statura di Sir Arthur Conan Doyle, dove si mette in luce un aspetto trasparente ma nell'insieme tale da suggerire la concretezza della fisicità.




    I loro abiti spesso stretti alla vita luccicano di chiarore madreperlaceo, la loro figura è particolarmente seducente mentre l'altezza può superare il metro. Quando si trovano in uno stato di particolare felicità l'aura scintilla di colori delicati e radiosi, tali da fondersi con il lucore della veste.


    Conoscere le Fate è cosa meravigliosa e le streghe esperte in questa arte possono, se pregate nel giusto modo, accompagnare la persona sinceramente interessata all'incontro nei posti più adatti. Si può trattare di boschi, di radure, di laghi. In ogni caso sono luoghi fuori della portata della vita troppo convulsa e disordinata degli uomini, assolutamente lontana da qualsiasi legge naturale.



    Le Fate vivono perennemente nella gioia che spesso si tramuta in straripante felicità: stato incantato nel quale ogni visitatore può cadere come in rapimento. Si racconta di molti intrepidi che avvicinatisi troppo a queste radiose bellezze sono stati catturati per sempre da quel mondo senza poter mai più fare ritorno a casa. 
    Chiamare questa condizione fortuna o sfortuna è cosa ardua e difficile, ma ormai dovrebbe essere sufficientemente chiaro a tutti che ogni conoscenza esige il suo indefettibile pegno.
     
     

    mercoledì 15 settembre 2010

    Di tutto il mondo fantastico, quello degli Elfi è sicuramente il popolo più bello.

     
    Occhi a mandorla, lineamenti affilati, orecchie a punta hanno grazia, intelligenza e armonia spirituale.


    Romantiche creature di luce, popolo di Dana, sono i custodi della natura compito affidatogli dalla stessa Dea Madre della Terra.


    Vivono in comunità con un Re o una Regina che li governa.


    Traggono l'essenza dai quattro spiriti elementali e grazie a questi si differenziano.

    Gli Elfi d'aria sono piccoli, fluttuanti, capriccioso e con la carnagione quasi trasparente.



    Corrono spesso in aiuto degli adolescenti presentandosi sotto forma di vapore producendo loro affascinanti sentimenti d'amore.
    Obbediscono ad una regina chiamata Sovrana Bianca.



    Gli Elfi dell'acqua sono un po' più grandi abitano le conchiglie vuote delle spiagge,
    nel fango di fiumi e torrenti, nei fondali di acque stagnanti.


    Sono sottoposti alla Regina Domitilla simile ad una ninfea.



    Gli Elfi della terra somigliano ai nani ma sono molto più aggraziati. Pelle pallida e luminosa.


    Connessi al culto dei defunti, svolgono la funzione di accompagnatori d'anime nell'aldilà.
    Indossano una cintura magica per diventare invisibili e sono sotto il sovrano Erlkoening.



    Gli Elfi del fuoco sono i più simili agli umani.
    Dotati di intelligenza superiore e sorprendenti capacità magiche, hanno capelli luminosissimi biondo oro.


    Alleati naturali delle fate e i più benevoli con l'uomo.
    Suddivisi in caste, obbediscono ad un sovrano bambino che abita in un "castello di luce" che può rendere i suoi sudditi visibili all'uomo.

    sabato 4 settembre 2010



    Ballate, ballate fate belle e sgargianti...
    Chi le ha viste ballare o non è più tornato, o se  ne è completamente dimenticato.
    Il ballo magico delle fate assomiglia molto a quello delle streghe (piuttosto, sapreste dirci  chi tra loro sono nate per prime? Il dubbio permane..). Una danza rituale, ipnotica e carica di simbolismi è quella delle fate.

    Circolare come la luna, il mondo ma anche quel sacro cerchio della vita che lasciano disegnato sul campo in cui hanno danzato.Quell'erba prostrata  e smossa dalla ridda delle fate porta con se un carico di mitologia e leggenda che affonda nella notte dei tempi. Il fascino della musica elfica può trascinare, come si racconta, l'uomo in una dipendenza eterna.
    Se poi un essere umano entra nel cerchio è obbligato ad unirsi ai saltelli forsennati  di queste creature. Può sembrare che la danza duri solo qualche minuto, o un'ora o due, al massimo una notte intera. In realtà la sua durata rapportata al nostro tempo, è di sette anni (numero cosmico per eccellenza)  o più. Lo sventurato  può però essere salvato da un amico (vero! ) che, tenuto da altri per la giacca, segua la musica, allunghi le mani dentro il cerchio (tenendo un piede fuori) e afferri così  il danzatore. 


    Fin qui la leggenda: c'è però una spiegazione naturale a questi Cerchi delle Fate. Pare infatti che si tratti di un micelio di un fungo, meglio conosciuto come Fungo delle Fate (Marasmius oreades) che,  espande le proprie radici in forma circolare facendo nascere decine di altri simili tutt'intorno. 



    La scienza moderna ha poi dimostrato che spesso questi cerchi sono antichissimi quanto il Piccolo Popolo: alcuni possono arrivare a più di 600 anni di età.


    Oltre a questo, tra i funghi più rappresentativi e conosciuti attribuiti al Piccolo Popolo vi è l'Ovolomalefico (Amanita muscaria),  che ha proprietà tossiche ed allucinogene. Utilizzato dai popoli antichi come allucinogeno, gli sciamani lo consideravano uno strumento indispensabile di mantica di ogni genere.


    Le fate come tutte le figure fatate, considerano la Amanita muscaria come un sedile (o trono) su cui adagiarsi comodamente. Sta di fatto che la sua bellezza tinta di rosso e maculata di bianco lo porta ad essere il fungo più rappresentato della storia.
    E'probabile che per le sua proprietà tossiche possa essere uno degli ingredienti di molte pozioni magiche. Per gli uomini ovviamente, il pericolo arriva se viene mangiato altrimenti, la sua bellezza è destinata a ravvivare di colore il cupo sottobosco di conifere in cui si trova. Altri funghi sono stati spesso rivendicati dalle fate, ad esempio: il Bastone giallo della Fata (Ditola gialla), il Fragile cappello d'Elfo (Peziza), lo Scuso del Pixie della duna e la Sella della Driade. 
    Pertutti il segreto sta nella loro conoscenza. Chi infatti conosce sa anche rispettare, e chi rispetta può evitare spiacevoli conseguenze. 


    L'esperienza di coloro che "saggiamente" vanno a funghi, insegna…


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